Unimore protagonista alla Conferenza ONU sul Clima (COP30) di Belém

Affrontare limpatto combinato di crisi climatica e contaminazione ambientale in Amazzonia, in particolare nelle comunità indigene esposte a sostanze tossiche derivate da deforestazione e cambiamento climatico, sarà al centro del side event di Unimore alla Conferenza ONU sul Clima COP30.
LUniversità di Modena e Reggio Emilia parteciperà, infatti, alla Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici COP30 di Belém in Brasile come promotrice di un side event allinterno del Padiglione Italia del Ministero dellAmbiente e della Sicurezza Energetica.
A rappresentare lAteneo saranno il prof. Roberto Lucchini del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze ed il meteorologo Luca Lombroso dellOsservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari di Unimore.
Levento, Amazzonia & Calore: azione ClimaAmbienteSalute guidata dalle comunità, dal Bacino Amazzonico allAfrica e allEuropa , si svolgerà mercoledì 19 novembre 2025, dalle 9:30 alle 11:00 (ora di Belém) corrispondenti alle 13:30-15:00 in Italia.
Il side event nasce da un progetto scientifico multilaterale, coordinato dal prof. Roberto Lucchini di Unimore, che affronta limpatto combinato di crisi climatica e contaminazione ambientale in Amazzonia, in particolare nelle comunità indigene esposte a mercurio, agrotossici e microplastiche derivanti da deforestazione ed estrazione delloro e del petrolio. A queste vulnerabilità si sommano gli effetti del cambiamento climatico, con ondate di calore sempre più frequenti che incidono sulla salute fisica, mentale e sulle condizioni sociali.
Lincontro mette in dialogo le evidenze raccolte nel bacino amazzonico con esperienze e strumenti sviluppati in Africa orientale, Africa australe e Sud Europa: piani operativi per le temperature estreme, tecnologie di monitoraggio con sensori portatili e scienza partecipata, studi sugli impatti del calore in gravidanza, protezione dei lavoratori allaperto, fino alla definizione di una teoria del cambiamento che collega salute, educazione, clima e diritti delle comunità locali.
Per me questa sarà la decima COP, - afferma il meteorologo Luca Lombroso dellOsservatorio Geofisico di Unimore - un percorso che ha portato dal 2017 Unimore ad essere accreditata come osservatore presso lUNFCCC e questanno anche ad essere organizzatrice di un side event ufficiale. A Belém si discuterà di Amazzonia e foreste, nuovi impegni climatici, giustizia climatica e salute. Non aspettiamoci che si salvi il mondo, ma ogni COP è un passo avanti fatto di dialogo, scienza e cooperazione internazionale.
Questa è la mia prima esperienza alle conferenze sul clima, - afferma il prof. Roberto Lucchini di Unimore - cui porterò il contributo essenziale del tema salute, sulla quale gravano gli effetti nocivi delle esposizioni lavorative ed ambientali a vari inquinanti, sia considerati singolarmente che come miscele, effetti che sono ulteriormente esacerbati dalle crescenti temperature. Da qui la necessità di proteggere lavoratrici e lavoratori e tutte le comunità, in particolare quelle indigene, che sono più vulnerabili a causa anche delle diseguaglianze etniche e sociali.
Il progetto vede il coinvolgimento di università e istituti di ricerca di Brasile, Colombia, Perù, con il supporto delle istituzioni dellACTO Amazon Cooperation Treaty Organization.
Il side event si aprirà con gli interventi introduttivi del prof. Roberto G. Lucchini che presenterà il nuovo consorzio internazionale su salute ambientale e cambiamenti climatici in Amazzonia, e del meteorologo Luca Lombroso del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari di Unimore che proporrà un viaggio ideale da Modena ai Tropici, tra foreste e salute del pianeta.
La prima parte dellincontro, dedicata allAmazzonia e moderata da Stefanny Magaly Moncada Barbosa (Universidad del Desarrollo, Cile), vedrà il contributo di numerose voci dal mondo della ricerca e delle comunità locali. Interverranno Sila Apurinã, coordinatrice nazionale della Amazonian Work Network e rappresentante dellAmbasciata dei Popoli Indigeni del Brasile; Gabriela Arrifano dellUniversidade Federal do Pará di Belém; Luis Fernandez del Centro de Innovación Científica Amazónica in Perù; Rathna Kewal, responsabile clima dellACTO Amazon Cooperation Treaty Organization; Paulo Basta e Luiz Augusto Galvão della Fundação Oswaldo Cruz (FIOCRUZ), con focus su salute pubblica, equità e relazioni internazionali in ambito amazzonico. A portare la prospettiva socio-ambientale dellEcuador sarà Alexandra Almeida di Acción Ecológica, con un intervento su cambiamenti climatici, esplorazioni petrolifere e salute mentale, mentre Cristina O'Callaghan-Gordo (BITAL / ISGlobal Universitat Oberta de Catalunya, Spagna) interverrà sui collegamenti tra salute globale, ambiente e giustizia climatica.
La seconda sessione, dedicata ad Africa ed Europa e moderata da Kurt Straif (ISGlobal, Barcellona), affronterà temi legati agli impatti del calore estremo in altri continenti. Proprio Kurt Straif aprirà la sessione illustrando le strategie adottate per proteggere i lavoratori edili allaperto nellEuropa meridionale durante le ondate di calore. Seguiranno gli interventi di Ebba Malmqvist (Università di Lund, Svezia), che presenterà una teoria del cambiamento per ridurre lesposizione al caldo e migliorare salute e frequenza scolastica in Etiopia, Zimbabwe e Sudafrica; di Desalew Moges dellEthiopian Public Health Institute; e di Enatfenta Sewmehone Endalew (Jimma University, Etiopia), con uno studio sulle aree più vulnerabili al caldo in gravidanza.
La discussione finale coinvolgerà Claudia Vega (Centro de Innovación Científica Amazónica, Perù), Carlos Espinal, Alok Deoraj e Quentin Felty del Global Health Consortium e della Florida International University (USA), per un confronto aperto su politiche, ricerca e cooperazione internazionale
Articolo pubblicato da: Ufficio Stampa Unimore - ufficiostampa@unimore.it
