Nuove frontiere della chirurgia urologica: il 21 maggio la presentazione dei risultati di un progetto sulla nefrolitotrissia percutanea robot-assistita

Si terrà martedì 21 maggio alle ore 15 presso il Centro di Formazione Avanzata e Simulazione Medica dellUniversità degli Studi di Modena e Reggio Emilia l'evento Assistenza robotica e realtà aumentata: La nuova frontiera della chirurgia percutanea urologica in cui saranno mostrati i risultati finali del progetto " Robotic-assisted percutaneous nephrolithotomy with ultrasound guidance and 3D reconstruction superimposition ", finanziato dall'Ateneo e dallUnione Europea - NextGenerationEU e volto allo sviluppo di un sistema innovativo basato su assistenza robotica e realtà aumentata per il supporto al chirurgo durante l'operazione di PCNL (nefrolitotrissia percutanea) nel trattamento dei calcoli renali.
Il progetto, coordinato dalla Prof.ssa Federica Ferraguti, docente del Dipartimento di Scienze e Metodi dellIngegneria di Unimore, ha visto la collaborazione di un team di professori e ricercatori del Gruppo di ricerca di Robotica del Dipartimento di Scienze e Metodi dellIngegneria e del Gruppo di ricerca di Urologia del Dipartimento Chirurgico, Medico, Odontoiatrico e di Scienze Morfologiche con interesse Trapiantologico, Oncologico e di Medicina Rigenerativa con l'obiettivo di realizzare un sistema in grado di migliorare la precisione, l'efficacia e la sicurezza della PCNL, una procedura mininvasiva che consente di rimuovere i calcoli renali di grandi dimensioni o situati in posizioni complesse. Inoltre, il sistema è dedicato al miglioramento del processo di training degli specializzandi nellapprendimento della procedura, al fine di ridurre limportante curva di apprendimento richiesta dalla procedura.
La Nefrolitotrissia Percutanea (PCNL) è considerata gold standard per il trattamento endoscopico di pazienti con calcoli renali più ampi di 20 mm di diametro. Il successo ed i risultati dellintervento sono altamente dipendenti dalla precisione ed accuratezza della puntura iniziale, dato che essa deve garantire di raggiungere il calcolo con un percorso diretto e preciso. Di conseguenza, lesecuzione dellaccesso renale costituisce la fase più critica della procedura ed è caratterizzata da una ripida curva di apprendimento. Il progetto si è focalizzato sullo sviluppo di una soluzione innovativa, basata su realtà aumentata combinata ad assistenza robotica, per assistere chirurghi esperti nel migliorare le prestazioni dellintervento chirurgico e specializzandi o neo-chirurghi nel ridurre fortemente la loro curva di apprendimento.
A partire da immagini pre-operatorie (tomografia computerizzata o risonanza magnetica) viene ricostruito il modello 3D delle strutture anatomiche interessate. Questo processo è completamente automatizzato grazie allutilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale. Una volta ottenuto il modello anatomico tridimensionale, il sistema è in grado di calcolare la traiettoria ottimale che deve essere percorsa dallago durante lintervento. La traiettoria permette allago di raggiungere il fornice del calice renale, evitando la collisione ed il contatto con altri organi o parti limitrofe. Lallineamento in tempo reale della ricostruzione 3D e le strutture anatomiche reali viene effettuata utilizzando le immagini intra-operatorie acquisite mediante una sonda ecografica. Lo strumento chirurgico, collegato solidale ad un braccio robotico, viene quindi impugnato dal chirurgo che, guidato automaticamente dal robot, riuscirà a posizionarsi nella posizione corretta, ovvero quella che permette di inserire lago lungo la traiettoria calcolata in fase di pianificazione, mantenendo stabilmente questa posizione per tutta la durata dellinserimento. Infine, il chirurgo viene dotato, come ulteriore tecnologia assistiva, di un visore a realtà mista attraverso il quale sarà in grado di visualizzare direttamente il modello tridimensionale ricostruito sovrimposto al corpo del paziente, oltre alla traiettoria eseguita dallago in tempo reale.
Nel corso dellevento del 21 maggio verranno presentati i risultati del progetto e saranno illustrate le caratteristiche del sistema sviluppato, i dati sperimentali ottenuti negli studi pilota e le potenziali applicazioni future.
Il progetto - sottolinea la Prof.ssa Federica Ferraguti, responsabile scientifico e Principal Investigator - è stato estremamente sfidante da un punto di vista tecnico-scientifico e rappresenta un passo avanti significativo nel trattamento dei calcoli renali, grazie al supporto e lintegrazione di robotica, realtà aumentata e intelligenza artificiale. Lobiettivo fin dal principio è stato la creazione di un sistema a supporto del chirurgo, per facilitare lesecuzione della procedura e ridurre il rischio di complicanze. Nonostante il progetto sia focalizzato sullintervento di PCNL, tuttavia la metodologia ed il sistema sviluppato potranno interessare anche altri settori della medicina, quali ad esempio la radiologia interventistica o il trattamento di neoplasie mediante crioterapia o radiofrequenza.
Gli ottimi risultati scaturiti da questo progetto - commenta il Prof. Cristian Secchi , Ordinario e direttore del gruppo di Automazione, Robotica e Sistemi di Controllo del DISMI - dimostrano che lintegrazione tra la robotica, lintelligenza artificiale e la scienza medica è decisamente una strada da seguire per il progresso della medicina e, di conseguenza, per un a società migliore.
La puntura percutanea del rene - afferma il Prof. Giampaolo Bianchi, Urologo e già direttore della clinica urologica di Modena - è stata introdotta a partire dalla fine degli anni 50 da molti ricercatori. Si trattava però di semplici pubblicazioni che attestavano la possibilità di pungere un rene per via percutanea e drenare la via escretrice ostruita o affetta da infezioni complicate. Una delle prime pubblicazioni con una casistica importante si deve ad un italiano, Gaza DellAdami, e risale al 1973. I sistemi di mira non esistevano o si limitavano alla scopia radiologica. La capacità di pungere la via escretrice derivava dalla sensibilità acquisita negli anni dal chirurgo nel riconoscere in maniera del tutto soggettiva i tessuti che lago stava attraversando e capire quando era posizionato nella via escretrice. A partire dagli anni 80 la puntura della via escretrice diventa il primo passo fondamentale di un intervento che prevede lintroduzione di uno strumento ottico nel rene attraverso la cute per asportare i calcoli renale. Diventa obbligatoria eseguire una puntura molto precisa per evitare strutture vascolari. La mira radiologica viene sistematizzata, si utilizza allo scopo anche lecografia. Nonostante tutti questi miglioramenti tecnici rimane comunque un atto chirurgico molto difficile che richiede una curva di apprendimento molto lunga. Il sistema che andiamo a presentare annulla la curva apprendimento e mette nelle condizioni chi inizia questa chirurgia di poter fin dalla inizio essere in grado di eseguire una puntura perfetta.
Questo progetto - commenta il Dr. Stefano Puliatti, Ricercatore e Urologo - è un esempio di come la tecnologia possa intervenire sulla curva di apprendimento per interventi complessi che possono portare nellinizio della curva di apprendimento a possibili complicanze. Nel caso di questa macchina di nuovo sviluppo la tecnologia guida la puntura percutanea del rene minimizzando i rischi per il paziente e ottimizzando la precisione della puntura stessa.
Il team di ricerca è composto, inoltre, dallIng. Stefano Bazzani, dallIng. Marco Minelli, dalla Dott.ssa Stefania Ferretti, dalla Dott.ssa Adele Piro e dal Dott. Ahmed Eissa.
Categorie: MEDICINA, DISMI
Articolo pubblicato da: Ufficio Stampa Unimore - ufficiostampa@unimore.it il 16/05/2024