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Uno studio Unimore descrive le principali caratteristiche immunitarie di pazienti anziani con polmonite da COVID-19

Un lavoro condotto da un team modenese di Unimore, coordinato dal prof. Andrea Cossarizza coadiuvato dalla ricercatrice dott.ssa Sara De Biasi e dal dott. Domenico Lo Tartaro, descrive, per la prima volta, le principali caratteristiche immunitarie delle cellule presenti nel sangue e nei polmoni di pazienti con età maggiore di 70 anni e grave infezione da SARS-CoV-2.

Lo studio, al quale hanno partecipato numerosi medici e ricercatori di Unimore e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, tra cui i professori Cristina Mussini e Massimo Girardis, ha suscitato l’interesse della comunità scientifica internazionale ed è stato appena pubblicato su Communications Biology, rivista del gruppo di Nature.

E’ stato osservato fin dall’inizio della pandemia da SARS-CoV2 che l’età avanzata era un importante fattore di rischio per lo sviluppo della forma severa della malattia, che può portare all’intubazione o alla morte. Fino ad oggi erano disponibili pochi dati sulle cause molecolari delle alterazioni immunologiche presenti nei soggetti di età avanzata che vanno incontro a questa forma. Nel lavoro dei ricercatori modenesi sono stati analizzati 64 pazienti con grave infezione da SARS-CoV-2, dei quali 31 con età maggiore di 70 anni e 33 con età inferiore ai 60 anni. La quantificazione di oltre 60 molecole solubili e la precisa identificazione delle principali sottopopolazioni dei globuli bianchi, fatte utilizzando le più avanzate metodiche molecolari e con analisi multiparametriche a livello di singola cellula, ha permesso di osservare che i pazienti anziani  con COVID-19 grave hanno differenti livelli plasmatici di decine di citochine sia infiammatorie, sia anti-infiammatorie, diverse proporzioni di cellule mononucleate del sangue periferico, e una diversa qualità delle cellule T.

Inoltre, negli anziani le cellule T helper della memoria centrale esprimono geni diversi da quelli dei pazienti più giovani, presentano più plasmablasti circolanti, livelli plasmatici ridotti di anticorpi IgG3 anti-S e anti-RBD, monociti più immaturi e percentuali inferiori di cellule T helper follicolari circolanti antigene-specifiche, le quali esprimono meno geni legati alla attivazione cellulare. Infine, grazie alla rianalisi in silico di dati disponibili in rete (già oggetto di una precedente pubblicazione), è stato osservato che i polmoni di soggetti anziani deceduti per COVID-19 sono infarciti di macrofagi attivati ​​che pochi giorni dopo l’infezione promuovono la deposizione di collagene e la conseguente fibrosi. Questo fenomeno è molto meno marcato nei polmoni di pazienti più giovani, dove però gli aspetti coagulativi prevalgono su quelli fibrotici. Viene quindi dimostrato che il danno polmonare che porta al decesso ha diverse patogenesi e cause che dipendono in parte dell’età del paziente.

“Il nostro studio – spiega Sara De Biasisottolinea l'importanza dell'infiammazione nella risposta a SARS-CoV-2 e suggerisce che l'infiammazione, unita all'incapacità di montare una risposta antivirale adeguata, potrebbe esacerbare la gravità della malattia e il peggior risultato clinico nei pazienti anziani”.

Aver chiarito i meccanismi molecolari che vengono attivati nella fase finale e più drammatica dell’infezione da SARS-CoV-2 – afferma il prof. Andrea Cossarizza di Unimore – è un ulteriore tassello nella comprensione della patogenesi di questa infezione. Va sottolineato che quanto abbiamo descritto in questo studio è accaduto nel primo anno della pandemia, quando ancora non c’erano i vaccini, il cui uso ha permesso di salvare milioni di persone, soprattutto quelle anziane e fragili. Ma l’attenzione non deve calare, dato che purtroppo ancora oggi vediamo quadri di questo tipo nelle persone che non si sono vaccinate”.

Questo studio si è potuto realizzare grazie ai finanziamenti del ministero “Bando ricerca COVID-19”, alla preziosa ed incondizionata collaborazione con le ditte Fluidigm Corporation, ThermoFisher Scientific, Beckman Coulter, Labospace, e alle donazioni ricevute da Glem Gas spa (San Cesario, Modena, Italy), Sanfelice 1893 Banca Popolare (San Felice sul Panaro, Modena, Italy), Rotary Club Distretto 2072 (Clubs: Modena, Modena L.A. Muratori, Carpi, Sassuolo, and Castelvetro di Modena), C.O.F.I.M. spa & Gianni Gibellini, BPER Banca, e da decine di donatori.

 

Articolo pubblicato da: Ufficio Stampa Unimore - ufficiostampa@unimore.it il 21/06/2022