Ti trovi qui: Home » Notizie

Alla Fondazione Marco Biagi la commemorazione per il ventennale della scomparsa del giuslavorista di Unimore

Marco Biagi è cittadino di Modena. Sabato 19 marzo, a vent’anni dall’agguato terroristico in cui venne ucciso, il Consiglio comunale di Modena ha conferito, con voto unanime, al professore di Diritto del lavoro dell’Università di Modena e Reggio Emilia la cittadinanza onoraria “post mortem”, consegnando nelle mani della moglie Marina Orlandi Biagi e del figlio Francesco le chiavi della città. La cerimonia si è svolta nel corso di un Consiglio comunale straordinario che si è svolto nell’Auditorium della Fondazione intitolata al professor Biagi e che si è aperto con la deposizione di una corona alla lapide del professore, in largo Marco Biagi.

All’iniziativa, promossa congiuntamente dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli, dal presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi, dal Rettore di Unimore Carlo Adolfo Porro e dalla Marina Orlandi Biagi, presidente della Fondazione dedicata al marito, sono intervenuti anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e il professor Enrico Traversa, docente dell’Università di Bologna (Dipartimento di Scienze politiche e sociali), amico e collaboratore di Biagi sui temi del diritto del lavoro in chiave europea.

Nel suo saluto introduttivo, il rettore di Unimore Carlo Adolfo Porro ha ricordato Marco Biagi “con grande affetto, testimoniando la mia ammirazione per il suo lavoro di studioso e di intellettuale impegnato nella sfera pubblica e istituzionale. I suoi studi hanno sempre privilegiato la dimensione concreta dei fenomeni sociali ed economici, orientandosi alla ricerca di soluzioni praticabili e realistiche ai problemi dell’occupazione, principalmente con riferimento ai soggetti più vulnerabili e svantaggiati. Attento osservatore della realtà delle dinamiche sociali ed economiche – ha proseguito – Biagi si è costantemente impegnato nella ricerca di efficaci soluzioni ai problemi del mercato del lavoro, dedicando una particolare attenzione alle persone svantaggiate (con disabilità o senza occupazione) con l'obiettivo di estendere le tutele a chi ne era sprovvisto e migliorare le condizioni dei soggetti più fragili, come i giovani e le donne. La sua opera ha ispirato l’azione legislativa, favorendo il miglioramento delle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici e la trasparenza dei rapporti economici. Come docente universitario ha perseguito l'obiettivo di migliorare le relazioni tra l'Università, le istituzioni pubbliche e private e gli studenti e le studentesse come metodo per raggiungere un'occupazione di qualità. La sua prospettiva, che è anche quella che da anni coltiviamo con grande determinazione nel nostro Ateneo e nella Fondazione a lui intitolata – è quella della condivisione, del dialogo e dell’inclusione. Ricordando il collega Marco Biagi, voglio qui ribadire l’importanza di questi principi per assicurare i quali serve un costante e rigoroso impegno da parte della comunità accademica e istituzionale".

Marco Biagi, ha detto il sindaco Muzzarelli presentando la delibera per il conferimento della cittadinanza onoraria, “ha dato un formidabile contributo all’elaborazione di nuove prospettive per lo sviluppo del mercato del lavoro e delle relazioni industriali, per la realizzazione di riforme condivise dalle parti sociali, per la crescita civile del Paese e ha pagato con la vita l’impegno a contribuire con le sue idee e ricerche al cambiamento del mercato del lavoro in Europa. Biagi – ha sottolineato il sindaco – aveva intuito prima di altri che il mondo del lavoro si trovava davanti a un’epoca in cui sarebbe cambiato tutto, come è avvenuto infatti. Con coraggio, sfidando critiche e accuse feroci, ha provato a trovare soluzioni e risposte. Voleva proteggere dalla precarietà non favorirla”. Muzzarelli ha proseguito ricordando che Marco Biagi era “un uomo di dialogo, un docente che amava l’insegnamento e il confronto con gli studenti. Uno studioso che approfondiva i temi della sua disciplina avvertendo che l’equilibrio mirabile disegnato dalla Costituzione richiede che ci si preoccupi di evitare che nascano ferite nella coesione sociale e di intervenire per sanarle qualora si verificassero. I brigatisti lo hanno ucciso nel loro folle disegno di esasperare le contrapposizioni e le tensioni: chi si preoccupava di cucire, legare, far crescere la coesione era considerato, infatti, un ostacolo”.

Nel suo intervento, il ministro Bianchi ha sottolineato come Marco Biagi “sia stato sempre coerente in tutto il suo lavoro: aveva la capacità di cogliere la trasformazione dei sistemi, del lavoro come della società, e di capire, comparando contesti diversi, come si evolvevano gli strumenti per garantire la tutela dei diritti dei lavoratori. Bisognava capire come esplorare il presente e trovare gli strumenti per gestire il futuro. Lui lo ha fatto, volendo difendere la dignità di tutti i tipi di lavoro e come tutti i riformisti si è trovato solo. Ora noi – ha proseguito il ministro – dobbiamo proseguire nell’opera di costruire le condizioni perché i nostri figli possano svolgere con dignità lavori di cui noi ora non sappiamo nemmeno il nome; dobbiamo avere la dignità di essere un paese che ha il coraggio di fare scelte impopolari per raggiungere questo obiettivo”. Il ministro ha sottolineato, quindi, che la scuola “non dovrebbe solo insegnare discipline, ma restituire ai professori la dignità di ‘maestro’, con la capacità di dare le competenze per vivere insieme, fare comunità, accogliere chi parla lingue diverse. Biagi era un maestro, aveva la capacità di esplorare il presente per preparare il futuro. Sta a noi, ora, riprendere quella bici e proseguire la sua strada”.

Marco Biagi è stato assassinato, mentre rientrava a casa a Bologna, la sera del 19 marzo del 2002 da un commando di terroristi appartenenti alle Nuove Brigate Rosse. A Modena insegnava Diritto del lavoro alla facoltà di Economia di Unimore. Consulente giuridico, con diversi incarichi governativi, è uno dei principali ispiratori della riforma del diritto del lavoro varata l’anno successivo alla sua morte.

Categorie: Notizie per i siti dipartimenti, DCE, DEMB, DESU, GIURI, DSLC, MEDICINA, CHIMOMO, NEUBIOMET, SMECHIMAI, DSCG, FIM, DSV, INGMO, DISMI, DICLISAN

Articolo pubblicato da: Ufficio Stampa Unimore - ufficiostampa@unimore.it il 19/03/2022