Unimore è presente alla COP 26 di Glasgow, la 26° Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici

Alla Conferenza delle Parti di Glasgow partecipa una delegazione di Unimore che seguirà i lavori, potrà intervenire in sede di negoziati e richiedere incontri bilaterali con organizzazioni o stati
LAteneo di Modena e Reggio Emilia è accreditato dal 2018, in occasione di COP 24, allapposito sistema dellUNFCCC, il Segretariato delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, che permette la partecipazione alle COP: le Conferenze delle Parti sono infatti lorgano decisionale della convenzione ONU sul clima
La delegazione di Unimore a COP 26 è formata dal Meteorologo dellOsservatorio Geofisico Luca Lombroso, dalling. Francesca Despini e dalla Prof.ssa Grazia Ghermandi, delegata del Rettore per la Sostenibilità.
Presente a Glasgow è Luca Lombroso, che vanta una lunga esperienza di partecipazione alle COP, fin dalla quindicesima edizione di Copenaghen.
LIng. Despini e la Prof.ssa Ghermandi invece partecipano attraverso lapposita piattaforma virtuale di COP26 per gli iscritti.
Il ruolo di osservatore alle Nazioni Unite è svolto nel quadro del cosiddetto processo multilaterale partecipato, iniziato nel 1992 con lEarth Summit a Rio De Janerio.
Alle COP, infatti, partecipano delegati governativi dei 198 paesi del mondo aderenti allUNFCCC e osservatori di organizzazioni non governative, oltre alla stampa e ai media.
Unimore, che fa parte della costituency RINGO, Research and Indipendent Group Organization, è fra le pochissime università italiane presenti come observer: insieme allateneo modenese, infatti, solo altre tre università sono accreditate.
In qualità di observer è possibile seguire i negoziati, intervenendo nei contesti e nei modi regolamentati, partecipare ed eventualmente organizzare side event (conferenze, seminari ecc. su temi vari legati al cambiamento climatico), nonché si ha loccasione di chiedere incontri bilaterali con altre organizzazioni e con altri stati, inclusi ministri da tutto il mondo.
Personalmente - afferma Luca Lombroso -, seguo il negoziato su ricerca e osservazioni sistematiche, tema strettamente legato allOsservatorio Geofisico; i documenti di supporto alle osservazioni sono infatti un importante decisione che si ripercuote poi sul sostegno alle osservazioni stesse da parte degli Stati. Fra i side event, seguo in particolare quelli sulle relazioni scientifiche da parte, ad esempio, di WMO, IPCC, Metoffice e altre organizzazioni del mondo meteoclimatico scientifico.
Tra gli obiettivi principali di COP26, anzitutto, vi è laggiornamento degli impegni nazionali dellAccordo di Parigi, gli NDC.
Ogni Paese deve infatti presentare piani programmatici ambiziosi di riduzione delle emissioni entro il 2030, che siano allineati con il raggiungimento di un sistema a zero emissioni nette entro la metà del secolo.
Vi sono, inoltre, temi più tecnici, ma non meno importanti, come la regolamentazione del mercato del carbonio, i finanziamenti ai paesi in via di sviluppo e altri legati alla trasparenza e, soprattutto, alladattamento.
Bisogna ammettere continua Lombroso - che le COP hanno permesso di raggiungere diversi risultati. Una novità interessante riguarda gli accordi separati: considerata la difficoltà di addivenire ad accordi unanimi sotto legida ONU, gli Stati che credono e che concordano su alcuni obiettivi possono raggiungere intese bilaterali.
In questo si inquadrano gli annunci di accordi sullo stop alla deforestazione e al finanziamento e ai sussidi ai combustibili fossili fuori dal territorio nazionale, a cui ha aderito anche lItalia.
Molto importante, inoltre, laccordo di venerdì fra ventitré stati, inclusa lItalia, di inserire negli impegni nazionali leducazione al clima, mettendolo al centro dei curricula scolastici nazionali, e le scuole net-zero.
Categorie: INGMO
Articolo pubblicato da: Ufficio Stampa Unimore - ufficiostampa@unimore.it il 09/11/2021