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Il progetto "Terre proiettate" coordinato da Unimore ha ottenuto un finanziamento di oltre 1,5 milioni di euro

Il progetto “Terre proiettate per una industria delle costruzioni eco-sostenibile e a misura d’uomo”, coordinato da Unimore, con la partecipazione dell’Università di Parma e dell’Università di Perugia, è risultato vincitore, nell'area di specializzazione “Tecnologie per gli Ambienti di Vita”, di un finanziamento di oltre 1,5 milioni di euro del Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca.  Il FISR del Ministero dell’Università e della Ricerca finanzia specifici interventi di particolare rilevanza strategica, indicati nel Programma Nazionale delle Ricerche (PNR). 

Il progetto di ricerca, guidato dal Prof. Angelo Marcello Tarantino del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari di Unimore, può essere qualificato come un’evoluzione della terra battuta, utilizzata originariamente anche per la Grande Muraglia Cinese.  Il nuovo materiale realizzato ottimizzando la miscela e la tecnica di posa in opera della terra battuta, è stato nominato terra proiettata (shot-earth) e può essere ampiamente impiegato dalla moderna industria delle costruzioni civili. 

La miscela di una terra proiettata è innovativa ed eco-compatibile (7 parti di terreno, 7 parti di sabbia, e 2 parti di cemento) rispetto ad una malta tradizionale: permette di impiegare direttamente il terreno di scavo, di utilizzare la sabbia proveniente da scarti industriali e di ridurre notevolmente il contenuto di acqua e di cemento utilizzati (rispettivamente per un massimo del 3% e del 12% del peso).

La posa in opera, che consiste nell’applicazione a spruzzo della miscela, risulta di rapida esecuzione, in quanto non richiede l’usuale operazione di compattazione della massa. La malta impiegata nella tecnologia ha inoltre un costo inferiore rispetto alla malta ordinaria di circa il 30%, oltre al fatto che, impiegando terreno di scavo, si produce un ulteriore risparmio in termini di smaltimento delle terre di scavo, che altrimenti andrebbero portate in discarica.

Le costruzioni realizzate con la tecnologia delle terre proiettate sono caratterizzate da un elevato confort abitativo dovuto all’ottimo comportamento termo-igrometrico di questo nuovo materiale. Nello specifico l’elevata resistenza termica del materiale, unita alla realizzazione di getti di spessore significativo, consentono di ottenere pareti o pannelli con notevoli capacità isolanti.

La tecnologia necessita di essere ottimizzata sia in termini di miscela sia in termini di tecnica di posa in opera – commenta il Prof. Angelo Marcello Tarantino di Unimore -. Infatti, pur offrendo il prodotto finito elevate prestazioni (in termini di inerzia termica, isolamento acustico, traspirabilità e permeabilità al vapore) e notevoli proprietà chimico-fisiche (elevata microporosità, densità, inerzia chimica, stabilità e dilatazione termica ridotta), le proprietà di resistenza a trazione, tenacità a frattura, duttilità, resistenza alle azioni impulsive (con particolare riferimento all’azione sismica), resistenza a fatica e le caratteristiche prestazionali di aderenza al supporto (in termini di adesione chimica, coesione e comportamento all’interfaccia) necessitano di essere ulteriormente indagate e migliorate”.

Saranno impiegate tecniche di monitoraggio molto innovative che sfruttano la funzionalizzazione/integrazione della terra proiettata con sistemi smart. In pratica, la terra proiettata sarà additivata con nano-micro fillers elettricamente conduttivi (nanotecnologieper misurare, con continuità e in modo completamente non invasivo, le variazioni delle proprietà meccaniche e fisiche, quali deformazioni, temperatura e umidità.

I risultati delle varie analisi convergeranno nella redazione di linee guida sulla tecnologia e il monitoraggio delle terre proiettate. “Il gruppo di ricerca – conclude il Prof. Tarantino - è convinto che proprio la redazione di tale linea guida sia in grado di conferire al progetto una grande potenzialità in termini di ricaduta economica ed industriale. Le imprese di costruzioni, nuove o già operanti nel mercato, avranno l’opportunità di specializzarsi in una tecnologia emergente, dalle grandi potenzialità nell’ambito delle costruzioni sostenibili, e di ottenere brevetti e marchi delle proprie miscele e tecniche di messa in opera per una molteplicità di applicazioni tecniche e di prodotti per le costruzioni civili”.

Categorie: Notizie per i siti dipartimenti, INGMO

Articolo pubblicato da: Ufficio Stampa Unimore - ufficiostampa@unimore.it il 28/01/2021