Grazie al centro DHMoRe rivive la statua equestre di Francesco III

Nell'ambito del Festival della Filosofia 2020, questanno dedicato al tema della macchina, il Centro DHMoRe Centro Interdipartimentale di Ricerca sulle Digital Humanities metterà in campo le proprie competenze per ridare virtualmente vita, attraverso la ricostruzione digitale e la realtà aumentata, alla statua equestre di Francesco III d'Este. Si tratta di un monumento alto oltre sette metri, realizzato nel 1774 dallo scultore Giovanni Antonio Cybei per la Piazza di SantAgostino e andato distrutto poco più di ventanni dopo con i moti rivoluzionari. I responsabili scientifici di questa operazione sono Francesco Gherardini e Simone Sirocchi di Unimore.
È unidea che abbiamo sviluppato spiega Simone Sirocchi per cercare di restituire limportanza della piazza di SantAgostino nella storia non solo urbanistica di Modena, ma anche del casato estense, almeno fin dal Seicento. Quel monumento equestre fu pensato e finanziato dalla Comunità proprio per quello spazio cittadino come ringraziamento per la politica assistenziale promossa del duca, che in quella piazza aveva voluto la costruzione di due imponenti edifici il Grande Albergo dei Poveri (attuale Palazzo dei Musei) e lex-ospedale di SantAgostino.
Lattività ha previsto tre fasi, in cui la storia, dellarte e dellurbanistica, si fonde con la tecnologia digitale in un binomio indissolubile: nella prima, preliminari ricerche documentarie e iconografiche (quali incisioni, dipinti, modelli preparatori e un frammento sopravvissuto della scultura) hanno permesso di ottenere dati su forme, dimensioni e collocamento del monumento; nella seconda, si è invece eseguita la ricostruzione digitale del monumento.
È a questo punto afferma Francesco Gherardini che è stata avviata la ricostruzione 3D del modelletto preparatorio, fortunatamente ancora superstite, mediante fotogrammetria, tecnica che permette di ottenere modelli digitali mediante fotografie di manufatti reali. Questo primo modello è stato pazientemente integrato digitalmente nelle sue parti mancanti, grazie alle solide fonti storiche a supporto.
La fase finale è quella legata alla creazione della App DigiMO che, una volta installata su smartphone e tablet (http://www.dhmore.unimore.it/
Si tratta della prima, importante occasione di alta divulgazione di un progetto multidisciplinare del DHMoRe, spiega la prof.ssa Elena Fumagalli, direttrice del Centro , ma non solo. È una dimostrazione eloquente e visiva di quanto la sinergia tra discipline umanistiche e tecnologie digitali possano raggiungere significativi traguardi nellavanzamento della ricerca scientifica.
Articolo pubblicato da: Ufficio Stampa Unimore - ufficiostampa@unimore.it il 18/09/2020