Il fumo di Cannabis crea danni polmonari simili a quelli provocati dal tabacco, ma in minor tempo
Uno studio condotto presso lAzienda Ospedaliero Universitaria di Modena ha dimostrato che il fumo di cannabis è correlato con lo pneumotorace spontaneo e può provocare sintomi respiratori e alterazioni polmonari.
La ricerca è stata svolta presso la Struttura Complessa di Chirurgia Toracica, diretta dal prof. Uliano Morandi, in collaborazione con il Servizio di Tossicologia Medica, diretto dal prof. Luca Pani. Coordinatori dello studio sono stati il prof. Alessandro Stefani e la dott.ssa Simona Guerzoni.
Lo studio, approvato dal Comitato Etico Provinciale, ha riguardato 112 pazienti tra i 18 e i 40 anni operati per pneumotorace spontaneo. Lo pneumotorace spontaneo è la penetrazione di aria nella cavità pleurica a seguito della rottura di una bolla di enfisema presente sulla superficie del polmone. In alcuni casi, per un efficace trattamento è necessario lintervento chirurgico, eseguibile con tecnica mini-invasiva, che permette di risolvere lepisodio in atto e prevenire eventuali recidive, altrimenti frequenti in questa patologia.
La popolazione dello studio è stata suddivisa in fumatori di cannabis (marijuana in tutti i casi), fumatori di tabacco e non-fumatori. Rispetto ai non-fumatori ed ai fumatori di solo tabacco, i fumatori di cannabis presentavano una maggior frequenza di sintomi respiratori tipo bronchite cronica, in particolare tosse con espettorato. Lanalisi delle TAC ha inoltre evidenziato una maggior presenza e gravità di lesioni polmonari da enfisema nei fumatori di cannabis, aspetti chiaramente visibili anche allispezione del polmone al momento dellintervento. Infine, nei fumatori di cannabis operati per pneumotorace, il decorso post-operatorio è risultato gravato da maggiori complicanze rispetto ai non fumatori e ai fumatori di tabacco ed il rischio di recidiva del pneumotorace dopo lintervento è più elevato. Questi danni sono risultati dose-dipendenti, ovvero più marijuana un soggetto fuma, più gravi sembrano essere i sintomi respiratori, lenfisema polmonare e le complicanze postoperatorie.
Che il fumo di marijuana provocasse danni al polmone è noto da diversi anni commenta il prof. Alessandro Stefani ma la correlazione con lo pneumotorace è un argomento ancora poco studiato. Questa ricerca è la prima che evidenzia che i fumatori di cannabis operati per pneumotorace corrono maggiori rischi dopo lintervento. Da notare anche la giovane età dei soggetti, 25 anni in media. Alcuni di questi ragazzi, fumatori abituali di marijuana, presentavano già sintomi e danni polmonari di una certa gravità, assimilabili a quelli di un fumatore di sigarette di lunga data. Questo conferma limpressione, già avvalorata da ricerche precedenti, che il fumo di cannabis provochi danni al polmone abbastanza simili a quelli del tabacco, ma in un tempo decisamente inferiore.
La maggior parte degli studi clinici sulluso di cannabinoidi aggiunge la dott.ssa Simona Guerzoni ne ha esplorato gli effetti negativi neurologici e psichici, soprattutto nella modalità di assunzione inalatoria. I cannabinoidi, infatti, nelletà dello sviluppo possono essere causa di danni strutturali ad aree cerebrali che sottendono funzioni cognitive e possono determinare linsorgenza di disturbi psichici, anche in acuto, in soggetti predisposti. Questo studio ne dimostra la pericolosità anche a livello polmonare. La precocità del danno rispetto ai fumatori di sigarette è verosimilmente dovuto alla più elevata quantità di sostanze nocive inalate, alla maggior durata della permanenza nelle vie respiratorie e al maggior trauma pressorio e termico, legati alla differente modalità di aspirazione del fumo e alla mancanza del filtro.
Riteniamo che questo studio, in linea con altri precedenti, ma con alcuni aspetti innovativi, afferma il prof. Uliano Morandi Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica dellAOU di Modena - contenga un importante messaggio da trasmettere ai giovani, in un periodo in cui il consumo di cannabis sta aumentando notevolmente proprio tra i giovani e i giovanissimi, in un contesto di notevole disinformazione. Fumare marijuana regolarmente, soprattutto se in quantità elevate, non è affatto privo di rischi ma può provocare, oltre ad alterazioni psichiche e cognitive, anche danni precoci e probabilmente irreversibili ai polmoni .
Lo studio ha suscitato interesse a livello internazionale ed è stato recentemente pubblicato sulla rivista PlosOne, che si occupa di divulgare ricerche e nuove scoperte in ambito scientifico.
prof.Alessandro Stefani
professore associato di Chirurgia Toracica presso lUniversità di Modena e Reggio Emilia, lavora come chirurgo, ricercatore e docente presso la Struttura Complessa di Chirurgia Toracica dellAOU di Modena. Ha svolto attività di ricerca in svariati ambiti della Chirurgia Toracica, attualmente si occupa principalmente di ricerca nellambito della chirurgia mini-invasiva e dellapplicazione delle nuove tecnologie.
dott.ssa Simona Guerzoni
è dirigente medico presso la Struttura di Tossicologia Medica dellAOU di Modena. Svolge attività clinica, didattica e di ricerca presso la Tossicologia Medica. E responsabile dei ricoveri per i pazienti con cefalea cronica, dipendenza da sostanze e alcol, coordina le attività di collegamento con i servizi territoriali per le tossicodipendenze e collabora con il Centro Trapianti di Fegato per laspetto tossicologico.
prof. Uliano Morandi
professore ordinario di Chirurgia Toracica presso lUniversità di Modena e Reggio Emilia, è Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica dellAOU di Modena, Direttore del Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialità Chirurgiche e Direttore della Scuola di Specializzazione di Chirurgia Toracica. Da sempre impegnato nella ricerca sulle patologie polmonari di interesse chirurgico, guida un gruppo di ricerca con allattivo oltre 200 pubblicazioni scientifiche.
Articolo pubblicato da: Ufficio Stampa Unimore - ufficiostampa@unimore.it il 03/06/2020