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Best Paper Award ad un gruppo di ricercatori per un articolo sui temi: lavoratori digitali e spazi collaborativi

In occasione del Workshop annuale dell’Associazione di Organizzazione Aziendale (WOA 2020) che si è tenuto nei giorni scorsi presso l’Università degli studi di Milano, un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Comunicazione ed Economia (DCE) di Unimore ha ricevuto il Best Paper Award per un articolo sui temi riguardanti i lavoratori digitali e gli spazi collaborativi.

"Do digital workers dream of digital workplaces?  The importance of physical shared spaces” (I lavoratori digitali sognano luoghi di lavoro digitali? L’importanza dei luoghi fisici condivisi), è il saggio scritto da Ludovica LeoneAnna Chiara Scapolan e Fabrizio Montanari del DCE, che si è aggiudicato il prestigioso riconoscimento.

Realizzato nell’ambito del progetto "A Multidisciplinary Study of Physical and On-line Collaborative Spaces and Their Implications for Creativity and Innovation” (Uno studio multidisciplinare degli spazi collaborativi e delle impicazioni in termini di creatività e innovazione), finanziato con il Fondo Ricerca di Ateneo (FAR 2016), nell’articolo si presentano i meccanismi con cui i lavoratori digitali sviluppano, negli spazi collaborativi, un ambiente organizzativo di supporto per il loro lavoro.

Gli spazi di collaborazione sono luoghi dove lavoratori e professionisti di diversi settori e con differenti background formativi e professionali svolgono la loro attività di lavoro a contatto l’uno con l’altro, condividendo lo stesso ambiente di lavoro, gli stessi servizi e le stesse risorse, pur non lavorando necessariamente per uno stesso datore di lavoro o sullo stesso progetto.

Gli spazi collaborativi sono definiti “luoghi terzi” in quanto si collocano tra l’abitazione privata, spesso adibita anche a luogo di lavoro da liberi professionisti e lavoratori autonomi, e il tipico luogo di lavoro, cioè l’ufficio o il laboratorio aziendale.

Al centro della ricerca, il caso BASE, uno spazio collaborativo sorto nell’ex area Ansaldo di Milano che ospita professionisti delle industrie creative, culturali e digitali, divenuto negli ultimi anni un punto di riferimento in Europa anche per l'operazione di rigenerazione urbana realizzata.

Le analisi condotte evidenziano come le persone, anche se possono lavorare dove e quando vogliono, hanno bisogno di uno spazio fisico da vivere e nel quale sviluppare network (professionali e non), in modo da supportare il loro lavoro e fungere da "holding environment" nei processi di definizione dell' identità professionale.

Articolo pubblicato da: Ufficio Stampa Unimore - ufficiostampa@unimore.it il 18/02/2020