Relaore: Marco Cattini, Professore Emerito di Storia economica dell’Università Commerciale Luigi Bocconi, Maître de Recherche Associé de l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi
 
Per misurare gli effetti in Italia della grande crisi bancaria e finanziaria, esplosa negli USA nel 2007-8 e giunta in Europa e nei paesi avanzati dal 2009 - e non ancora superata - conviene considerare anzitutto i caratteri della nostra società, valutando il profilo della popolazione e delle attività economiche che, dall’ultimo decennio del Novecento, subirono metamorfosi regressive, aggravate dagli effetti interni ed esteri della crisi.
Le indagini sulla cultura collettiva degli Italiani evidenziano la matrice patrimoniale largamente favorita dalla stragrande maggioranza (il 95 per cento) degli imprenditori rispetto alle alcune decine di migliaia di quanti realizzano rischiosi investimenti tecnologici destinati a migliorare la produttività e ad accrescere i redditi.
A limitare una crescita finalmente avviatasi in quest’anno concorrono fattori frenanti quali: una grande quota di disoccupati ch’è difficile riqualificare, il crescente calo d’innovazioni tecnologiche brevettabili, il gran numero di giovani indisponibili a spostarsi per seguire corsi di perfezionamento, la perdita ogni anno d’eccellenti laureati magistrali che trovano impiego all’estero, impiego raramente lasciato per rientrare nella madre patria.