A Giurisprudenza il 12 e 13 settembre si fa il punto su DRYNET, un progetto che vuole rivoluzionare i sistemi di conservazione delle linee cellulari
Un team internazionale di ricercatori comprendente docenti e studiosi Unimore si propone di rivoluzionare i sistemi di conservazione di linee cellulari riducendone limpatto ambientale ed i costi energetici.
Questo lobiettivo del progetto europeo Horizon 2020-RISE "
DRYNET: setting an interdisciplinary/sectorial/
Lappuntamento, che vedrà la partecipazione di diversi relatori stranieri invitati in quanto esperti di nel settore, si tiene nelle giornate di giovedì 12 e venerdì 13 settembre nell'Aula Magna del complesso universitario San Geminiano (via San Geminiano 3) con inizio alle ore 9.00.
I recenti progressi in ambito medico, farmacologico, veterinario e biotecnologico spiega la prof.ssa Lorena Rebecchi di Unimore, organizzatrice dellevento e coordinatrice dellunità di ricerca locale del progetto DRYNET - hanno portato ad un ingente aumento delluso di linee cellulari che vengono conservate in azoto liquido a -196°C. A questo deve essere aggiunto che la Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) invita tutte le nazioni firmatarie a creare depositi di cellule e gameti di specie nei rispettivi territori come strumento per contrastare il declino della biodiversità a livello mondiale. Anche se molto efficace, la crioconservazione presenta diversi problemi, tra cui gli elevati costi di manutenzione, la necessità di strutture di stoccaggio specializzate, la fornitura continua di azoto liquido, la dipendenza energetica, le preoccupazioni per la sicurezza, il rischio di trasmissione di agenti patogeni e, non di secondaria importanza, il grave impatto sullambiente della produzione industriale di azoto liquido.
In questottica, il progetto DRYNET studierà tecniche alternative per consentire la eliminazione dellacqua cellulare e indurre un blocco reversibile delle interazioni fra le molecole. DRYNET, in particolare, analizzerà la possibilità di conservare in uno stato essiccato, e quindi senza lutilizzo di azoto liquido, diversi tipi cellulari con particolare attenzione a spermatozoi e cellule uovo di animali (pecore e cavalli) di interesse veterinario. Lo sviluppo di queste tecniche di conservazione in una condizione essiccata si basa sulla capacità evoluta da alcuni piccoli animali (tardigradi e larve di un moscerino africano) e da alcuni tipi di piante di seccarsi completamente e di essere in grado di riattivare il metabolismo e le funzioni fisiologiche in seguito a reidratazione, fenomeno naturale indicato con il termine di anidrobiosi.
La realizzazione del progetto sarà possibile grazie alla sinergia fra embriologi, biologi cellulari, zoologi, criobiologi, ingegneri ed esperti di biobanking di enti di ricerca universitari e di aziende private di diversi paesi europei (Italia, Francia, Ungheria) ed extraeuropei (Giappone e Tailandia).
Il compito dellunità modenese continua la prof.ssa Lorena Rebecchi del Dipartimento di Scienze della Vita di Unimore - è quello di individuare le molecole che consentono ai tardigradi, modello animale studiato da diversi anni da parte del nostro Gruppo di ricerca, di essiccarsi perdendo per evaporazione fino al 97% di tutta lacqua corporea, ma anche di riattivare il metabolismo dopo alcune decadi trascorse a temperatura ambiente in uno stato essiccato.
Tra le molecole che consentono ai tardigradi di tollerare lessiccamento, il gruppo di ricerca modenese ha contribuito, in collaborazione con il dott. Thomas Boothby dellUniversità del North Carolina a Chapel Hill (USA), alla individuazione di ungruppo peculiare di proteine Intrinsically Disordered Proteins (TIDPs) individuate fino ad ora solo nei tardigradi. Queste proteine spiega la prof. Lorena Rebecchi - vengono sintetizzate dai tardigradi durante il processo di essiccamento e hanno il ruolo di proteggere le membrane biologiche delle loro cellule. Lutilizzo di queste proteine ha consentito di incrementare la resistenza allessiccamento di organismi sensibili come funghi e batteri o di molecole in vitro fornendo quindi le basi molecolari per conservare in stato anidro cellule di organismi di interesse medico, veterinario ed agrario.
Tra i relatori delle due giornate di studio organizzate nellambito del progetto DRYNET vi sarà anche il dott. Thomas BoothbydellUniversità del North Carolina (USA), che parlerà del ruolo delle TIDPs nella conservazione in stato esiccato di organismi non tolleranti lessiccamento. Altri speaker saranno il prof. Takahiro Kikawada del National Insitute of Agrobiological Sciences (Giappone), che presenterà le proprietà delle larve di un moscerino africano per conservare in stato anidro cellule di animali sensibili, e il prof. Teruhiko Wakayama dellUniversity of Yamanashi (Giappone), che parlerà della conservazione a lungo termine degli spermatozoi nel modello animale murino.
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Articolo pubblicato da: Ufficio Stampa Unimore - ufficiostampa@unimore.it il 10/09/2019