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"Riconoscere la Biodiversità del territorio modenese"nella Rocca di Sestola fino al 30 agosto

Inaugura sabato 6 luglio a Sestola (MO) presso la Sala del Camino della Rocca la mostra Riconosciamo la biodiversità del territorio modenese ”, un allestimento curato da Elena Corradini, Direttore Polo Museale Unimore, Ivano Ansaloni del Comitato tecnico Polo Museale, Andrea Gambarelli, Rita Maramaldo, Ciro Tepedino dello staff Polo Museale, con la collaborazione dell’Associazione “E’ Scamadul” ed il patrocinio del Comune di Sestola e del Comune di Modena, dell’International Commitee for University Museums and Collections (UMAC), dell’International Council of Museums (ICOM).

Anche la mostra di quest’anno, ricollegandosi a quella dell’anno precedente, vuole fornire un interessante contributo al riconoscimento della varietà di habitat e della ricchezza di biodiversità del modenese con specifica attenzione alle numerose forme della vita animale, per favorirne la sempre più difficile conservazione. Grazie alla biodiversità la natura, infatti, è in grado di fornirci cibo, acqua, energia e risorse per la nostra vita quotidiana.

La mostra, esponendo esemplari di animali del Museo di Zoologia del Polo Museale Unimore nell’ambito dei diversi habitat, vuole fornire, con il supporto di materiale esplicativo, un contributo al loro riconoscimento spesso non facile perché, per le loro abitudini elusive, è necessario ricorrere a particolari accorgimenti o attrezzature per percepirne presenza, ascoltare i loro versi, trovare le loro tracce e riuscire a osservali.

Nell’ambito del percorso della mostra verranno anche evidenziate specifiche caratteristiche di animali o insetti, con specifica attenzione a quelli che sviluppano differenze per attrarre l’altro sesso, come maggiori dimensioni, diversa colorazione o differenti strutture.

Questa mostra – spiega la prof.ssa Elena Corradini, Direttrice del Polo Museale Unimore – dopo il successo di quella dello scorso anno è particolarmente significativa perché consente di evidenziare ancora una volta il valore e il significato della biodiversità nei nostri territori e l’importanza della sua salvaguardia a cui tutti possiamo contribuire. L’esposizione di animali dei nostri territori provenienti dal Museo di Zoologia e Anatomia Comparata del Polo Museale Unimore, che si potrebbe dire che anche quest’anno vanno in trasferta avvicinandosi ai loro habitat di provenienza, permetterà di riconoscerli, di capire anche come molti si diversificano per attrarre l’altro sesso e di apprezzarli nei loro habitat naturali ricostruiti all’interno della Rocca di Sestola”.

“La mostra – afferma il Magnifico Rettore prof. Angelo O. Andrisano - si inquadra in una rete di relazioni che il Polo Museale ha attivato con Istituzioni e Associazioni Territoriali, attraverso apposite convenzioni, finalizzate a promuovere e diffondere la conoscenza del considerevole patrimonio culturale dei Musei Universitari. Ciò consentirà di apprezzare il Museo di Zoologia e Anatomia Comparata, ospitato nel Palazzo del Rettorato, uno dei più antichi e dei più importanti anche a livello  nazionale, dotato di  grande potenziale e molto attrattivo, non solo per studiosi, ma anche per semplici appassionati e turisti occasionali ”.

L’inaugurazione avrà luogo al termine della prima giornata di lavori del convegno Suoni d’Appennino: potenzialità di un territorio da valorizzare. Aspetti socio-economici, culturali e turistici, agroalimentari e di politica per lo sviluppo sostenibile dell’Alto Appennino ” organizzato dalla prof. Livia Vittori Antisari e che vede, tra gli altri, il patrocinio dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

La mostra resterà aperta al pubblico fino al 30 agosto osservando aperture quotidiane dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00.

Nell’ambito della mostra verranno organizzati due laboratori educativi gratuiti: domenica 14 luglio alle ore 10.30 e alle 18 un “ Laboratorio erboristico e famacognostico per bambini ” a cura di Stefania Benvenuti, Presidente della Società Naturalisti e Matematici, e di Cecilia Baraldi e Giovanna Barbieri del Dipartimento Scienze della Vita di Unimore; domenica 4 agosto alle ore 10.30 un laboratorio per bambini, ragazzi e famiglie ” Farfalle e fiori: con materiale di recupero realizziamo un’orchidea e una farfalla impollinatrice ” a cura del dott. Andrea Gambarelli, Museo di Zoologia e Anatomia Comparata del Polo Museale Unimore.

SCHEDA TECNICA MOSTRA

La   mostra, volta alla conoscenza e alla valorizzazione del territorio modenese, presenta gli habitat più rappresentativi per esemplificare la grande biodiversità che ci circonda; pannelli esplicativi, intervallati da reperti museali appartenenti alla fauna locale, accompagneranno il visitatore nel percorso espositivo dalla pianura padana al crinale

La Pianura Padana  – L’habitat di pianura è quello che ha risentito maggiormente delle attività umane. La pianura, oggi, si caratterizza per ampie distese aperte e coltivate, nuclei rurali, aree densamente abitate e centri industriali. Nonostante ciò la natura resiste e si adatta anche nelle aree ove più intensa è stata l’antropizzazione che ha quasi distrutto l’antico habitat di foresta, ma ha creato una varietà di ambienti (siepi, aree coltivate, frutteti, piccole aree boschive, parchi e anche le stesse abitazioni) che ospitano una inaspettata biodiversità che comprende sempre più spesso specie aliene come la nutria. Tra i vertebrati troviamo numerosi uccelli come allodola, usignolo, pettirosso e corvo; discreta è la presenza di rapaci notturni e diurni. Tra i mammiferi numerosi sono i roditori e non mancano talpa, lepre, faina, volpe, caprioli e numerose specie di pipistrello.

Zone umide – Una storia millenaria ha visto l’uomo bonificare le zone umide causandone un depauperamento qualitativo e quantitativo di questi ecosistemi. La salvaguardia e/o il ripristino di questi biotopi è stata formalmente riconosciuta in numerosi accordi internazionali e provvedimenti legislativi a partire dalla “Convenzione di Ramsar” del 1971.

Nelle zone umide e lungo i fiumi abbondano gli invertebrati e numerosi uccelli acquatici come aironi, nitticore, martin pescatore, diverse specie di anatre e di limicoli. Nella stagione invernale si possono ammirare anche uccelli esotici come ibis sacro. Strettamente legati all’acqua, oltre alla fauna ittica, troviamo diversi anfibi come rane, raganella, rospi, tritoni e le più rare salamandre. Tra i mammiferi meno comuni troviamo il toporagno d’acqua.

Boschi pedecollinari – Questo ambiente ha risentito molto dell’effetto dell’uomo, i boschi sono frammentati ed intervallati da prati ma nonostante ciò è presente una elevata diversificazione di ambienti che si rispecchia in una inaspettata biodiversità. Gli insetti sono la componente più abbondante di questi habitat, comuni sono anche uccelli rapaci, insettivori e frugivori, nonché caprioli, cinghiali, volpi e istrici. Relegati alle zone umide è possibile ammirare i rospi, rane, tritoni e raganelle.

Foreste montane – La foresta montana, compresa tra la faggeta e il bosco pedecollinare, con la sua grande varietà di ambienti, rappresenta il più alto grado di biodiversità del nostro territorio. I vertebrati più particolari che si possono incontrare sono i geotritoni e la salamandrina dagli occhiali, entrambi endemismi appenninici.  Qui è presente anche la rara martora.

Torrenti montani – La montagna assume indubbiamente aspetti di grande fascino quando accanto alle vette, ai pascoli e nei boschi ci si imbatte in torrenti e cascate. Il torrente è un ambiente molto selettivo e severo. Le comunità animali e vegetali che vi sono insediate sono molto specializzate e ricche di biodiversità ma molto vulnerabili. Per gli invertebrati il gruppo più rappresentativo è dato dagli insetti con molte forme giovanili, di interesse comunitario è la presenza del gambero di fiume. I torrenti del nostro Appennino ospitano pesci e numerosi anfibi tra cui degni di nota sono la salamandra pezzata e la salamandrina dagli occhiali. Tra gli uccelli sottolineiamo la presenza del merlo acquaiolo.

Crinale appenninico - Il crinale è la parte più alta del nostro territorio. La fauna di questo ambiente è caratterizzato da una marcata stagionalità che condiziona notevolmente la disponibilità di risorse alimentari. Da segnalare la presenza dell’aquila reale, del gufo reale e del codirossone. La marmotta è stata introdotta a più riprese, la sua presenza ha reso stazionarie alcune coppie di aquila reale che trovano in questo animale la loro preda di elezione.

Faggeta – I faggio domina i boschi più alti del nostro appennino. La temperatura fresca e l’aria umida percepita sotto le fronde dei faggi rappresenta un rifugio essenziale per molti animali durante i mesi estivi. Tra i numerosi invertebrati è di rilevante importanza la presenza del coleottero Rosalia alpina. In questo ambiente si è stanziato il lupo e non di rado ci si può imbattere in maestosi cervi. Molti uccelli come i picchi, trovano le condizioni idonee per riprodursi. Meno frequenti sono gli anfibi tra cui la salamandra pezzata.

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Articolo pubblicato da: Ufficio Stampa Unimore - ufficiostampa@unimore.it il 05/07/2019