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Consegnato al Teatro alla Scala il Premio “Lombardia è ricerca” a Michele De Luca e Graziella Pellegrini di Unimore

Una Giornata a sostegno della ricerca, scandita da un impegno concreto – l’assegno da 1 milione di euro, consegnato sul palco del Teatro alla Scala ai tre vincitori del Premio “Lombardia è ricerca” Michele De Luca e Graziella Pellegrini di Unimore e Tobias Hirsch per la terapia applicata con successo su un bambino “farfalla”, il piccolo Hassan.

Questo il clou della seconda edizione della Giornata della Ricerca istituita dall’ente pubblico, evento che ha chiamato a raccolta scienziati, aziende, enti di ricerca e moltissimi studenti per dare visibilità a scoperte scientifiche innovative e con importanti ricadute sulla qualità della vita dei cittadini nell’ambito delle Scienze della Vita – quest’anno in particolare il focus era sulla medicina di precisione.

Presenti alla cerimonia il Rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia Angelo O. Andrisano ed il Sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, la Giornata ha visto avvicendarsi sul palco anche  Paolo Veronesi, figlio di Umberto e presidente della Fondazione voluta dal padre nel 2007; l’imprenditore e inventore della chiavetta USB, l’israeliano Dov Moran; l’astronauta Paolo Nespoli, volto noto a livello internazionale, l’imprenditrice Chiara Burberi – sua la piattaforma digitale che ha innovato la didattica della matematica, redooc.com -, la ricercatrice Federica Lucivero, esperta di Digital Health e Big Data., il comico e scrittore Giacomo Poretti.

La sfida che ha meritato il Premio internazionale. Visionari e pionieri sono stati infatti De Luca, Pellegrini e Hirsch, con la prima sperimentazione al mondo di una terapia genica ex vivo della forma Giunzionale dell’Epidermiolisi bollosa, malattia genetica rara e invalidante, detta anche Sindrome dei Bambini farfalla. Insieme, infatti, i due ricercatori italiani e il chirurgo tedesco hanno affrontato una sfida che sembrava impossibile vincere: salvare la vita a un ‘bambino farfalla’ di soli 7 anni, profugo siriano rifugiato in Germania, che aveva perso l’80% dell’epidermide, trapiantandogli una nuova cute geneticamente corretta in laboratorio dal team dei due docenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Una collaborazione internazionale, la loro, “che ha saputo superare i confini” come ha sottolineato il presidente della Giuria internazionale del Premio, il professor Giuseppe Remuzzi.

Il commento dei vincitori - De Luca e Pellegrini hanno raccontato quello che la scoperta prima, e ora il Premio, hanno rappresentato per loro. “Quando siamo andati in Germania e, tolti i bendaggi ad Hassan, abbiamo visto attecchire su di lui una nuova pelle, rosa, solida e sana, ho provato l’emozione più grande della mia carriera”, ha rivelato De Luca, mentre Pellegrini ha rimarcato che “la collaborazione tra tanti individui è quella che può portare a risultati davvero eccezionali”. “È stata un'esperienza emozionante raccontare le nostre ricerche e ricevere un premio così importante in una cornice suggestiva come il teatro alla scala di Milano – hanno aggiunto i due professori -. Siamo grati a Regione Lombardia per aver premiato il nostro lavoro con un finanziamento importante per poter continuare a sviluppare, in collaborazione con il territorio lombardo, i nostri progetti a beneficio di pazienti rari e privi di alternative terapeutiche come i ‘bambini farfalla’.

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Articolo pubblicato da: Ufficio Stampa Unimore - ufficiostampa@unimore.it il 09/11/2018